lunedì 21 febbraio 2011

Tutti i numeri del Disco di Festos (1a parte : introduzione)

        "  IL DISCO DI FESTOS - Primo Calendario Egeo - Una proposta -" di Pier Luigi Mariotti
 
        Relazione  dell'Autore sul saggio, edito da MEF -Firenze, tenuta in occasione della presentazione  nella Sala Consiliare del Comune di Follonica nell'autunno del 2008 .


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                                                               (introduzione  : 1° parte)


Oggi , anno 2008, è il 1° centenario della scoperta, da parte di una spedizione italiana, del Disco di Festos in Creta  e per sottolineare l'importanza del ritrovamento colgo l'occasione per presentare un mio  breve scritto con il quale credo di contribuire in modo estremamente significativo ad una logica e coerente  interpretazione dei segni o glifi presenti sul Disco.

    E' ormai  attestato, anche in seguito agli studi effettuati dal Pernier,Della Seta e del Godart che il manufatto ritrovato  non è un falso ed è chiaro altresì che la sua esistenza non e’ dovuta ad un accidente storico irrazionale.
   E' logico affermare che  "SE qualcosa  ESISTE E’ PERCHE  ESISTE UN MOTIVO CHE GIUSTIFICA LA SUA   ESISTENZA  "
Convinto  di una presenza non casuale, del manufatto, in questo tempo e spazio, era  necessario verificare  i diversi MOTIVI di questa esistenza .

L'approccio al Disco   è avvenuto grazie  al mix di interessi  del sottoscritto ovvero  grazie ad un background culturale  abbastanza selettivo  anche se non approfondito più di tanto  ( interessi che spaziano dalla archeologia ,alla astronomia alla storia alla matematica, ma non necessariamente in modo specialistico ).

Proprio per  questo insieme di  interessi  personali, sono  convinto  di aver  OFFERTO con la pubblicazione del saggio, una chiave  UNICA di interpretazione  originale :convinzione sviluppata dal confronto di esperienze  comuni a  popoli più disparati che sono transitati su questo Pianeta..


Aver rilevato una  elevata presenza di numeri è il momento cruciale della attività di ricerca e  mi   induce a credere che il messaggio sia potenzialmente più ricco di una particolare interpretazione letterale. 

Sappiamo tutti che i simboli sono una forma di linguaggio. Tale simboli sono utilizzati in maniera diversa ed esprimono linguaggi più diversificati come ad esempio  il linguaggio ALGOL – BASIC- COBOL –FORTRAN PASCAL  
       NON SONO linguaggi di popolazioni  amerinde,asiatiche  o di altro luogo ma semplicemente linguaggi di programmazione per comunicazioni uomo-macchina-uomo.

I simboli presenti nel Disco di Festos possono essere paragonati  quindi  anche ad  una forma di linguaggio cosiddetto macchina.
       EBBENE : concetti del tipo  stringhe  logiche correlate ai comandi di un   linguaggio macchina,  mi hanno permesso di costruire  pensieri  idonei alla comprensione  del disco e quindi  di scoprire  l’aspetto importante e immediato  dei numeri presenti nel disco tralasciando in subordine l’aspetto letterale tanto che  dal 1908 ad oggi  non  è stato dato ancora dato un senso letterale compiuto  alla sequenza dei glifi impressi nel disco, per cause più diverse.          

  L’impossibilità di capire il significato  letterale è ormai attestata dal Godart ,Della Seta, e dallo stesso  scopritore l.Pernier.

      E' interessante notare che  Il Godart realizza il fatto che sono  complessivamente  242 segni impressi , di questi 46 segni sono  di base ovvero si ripetono , ma è una percezione che si perde immediatamente nella ricerca di un significato letterale. Il lavoro del Godart  rimane comunque un eccezionale lavoro di CENSIMENTO dei glifi presenti sul manufatto.
Agli scettici dico che con il  LIBER ABACI   del matematico FIBONACCI nel 1200 sono introdotti in Europa i numeri indiani (arabi o fenici) già in uso tra quelle popolazioni da tempi indefiniti mentre nella progredita Europa romanica e post-romanica  si usava l'abaco,numeri romani ecc ed i numeri arabi non erano conosciuti.Non è escluso che popolazioni di altre parti del mondo o di altri tempi usassero metodi di conteggio ben diversi !

·         Ma sono proprio quei due numeri sopra citati ovvero il 242 e il 46 che attirano l’attenzione del sottoscritto che mi consentiranno per un verso alla elaborazione del saggio che quest'oggi siamo qui ad esaminare ,mentre per un altro verso mi immetteranno in un contesto numerico talmente amplificato da costringermi a tenere separati le due ramificazioni.
E' il secondo contesto numerico che risulterà il più interessante proprio per l'elevata quantità di numeri primi presenti nel Disco e già annunciati, come in un biglietto da visita, nei due numeri citati :
- il 242 : 2 (i glifi si trovano sia sul lato A che sul lato B del manufatto) = 121 la cui radice quadrata è 11 ovvero un numero primo;
- dal numero 46 :2 abbiamo direttamente un numero primo che è il 23

La casualità non è una giusta spiegazione !
              
L’aspetto numerale/matematico ha provocato la vera attenzione al Disco

 Una serie di analisi numeriche  ha portato alla conclusione di affermare che siamo in presenza di dati calendariali: un calendario inteso come registro di  eventi planetari che si susseguono giorno per giorno.

·         La creazione  di una particolare tabella base  di suddivisione di tutti i segni presenti  non è stata immediata  e neppure semplice ma è stata determinante per giungere al risultato.
·          è proprio grazie alle conoscenze minime di linguaggio macchina che è nata l’idea di suddividere i glifi quanti sono i settori  e suddividere ciascuna stringa o settori   in sequenze    per il  numero massimo di sette in quanto sette (notare ancora la presenza di un numero primo) sono i segni   che possono formare quella STRINGA :una cosa semplice ma la sua “gestione” “assimilazione” si è protratta nel tempo.
 
E che l’aspetto matematico  non era ancora  stato rilevato - almeno nel 1995 - lo apprendiamo dal Godart in un articolo pubblicato in quel periodo sul Sole 24 ore intitolato "SCRITTA  MANENT"  nel quale specificava la impossibilità di procedere ad una interpretazione letterale. Con qualche anno di ritardo  mi sono permesso di rispondere inviando nel 2000 (ovvero dopo la registrazione SIAE del manoscritto) la mia idea calendariale/numerale.

Dalla tabella,  alla constatazione della notevole mole di numeri il passo è stato breve ma successivamente  c’è stato il blocco  : perchè tutti quei numeri ?  per quale motivo sono stati posti in quel modo ?  che cosa significavano realmente?

Solo più tardi  è stata focalizzata  l’attinenza ai calendari ma c’era sempre il problema di superare quella che poteva essere solo  una propria opinione personale  dovuta alla sola fantasia di una idea  e non suffragata da  ancoraggi reali ,da prove galileiane.

Solo l'incontro con una pubblicazione eseguita per celebrare il 5° anniversario della scoperta dell'America ,mi ha permesso di capire che la strada da me seguita  era quella giusta, ed ecco allora prender forma e giustificazione ogni singolo numero rilevato sul disco.

          In occasione delle celebrazioni del 5° anniversario della scoperta dell'America, è stato pubblicato a cura dell'Ambasciata del Messico in Italia, nel 1992, uno studio approfondito sui calendari mesoamericani  ed in particolare uno studio sul Codice Cospi di provenienza Atzeca-Mixteca.

Ecco allora la necessità di uno studio più approfondito  del contesto storico per il confronto di esperienze dei popoli  europei e americani; ecco allora risalire a concetti di globalizzazione di esperienze  e scoperte comuni già presenti nel  neolitico o dell’età del bronzo per ciascun popolo (come in  un percorso obbligatorio per tutta l’umanita’)

Esperienze comuni  come la calendarizzazione del fluire maestoso del tempo e DI EVENTI ASTRONOMICI che altrimenti tutto travolge in un indistinto divenire.

Ecco quindi la necessita di pubblicare questo lavoro per  rendere manifesta  l’idea.

E' fondamentale capire che tutti i dati  numerici descritti sono impressi sul Disco di Festos : non ho inventato nulla mi sono solo limitato ad esercitare l'azione di "couting"
Ciascuno è libero di controllarli : i dati sono immodificabile e non sono  personali.

La mia opera afferma che il Disco di Festos è il primo calendario egeo noto,  ideato non solo per controllare il flusso del tempo  in  brevi  periodi ma soprattutto  per la necessità di eseguire una ampia  suddivisione dello stesso tempo e per memorizzare periodi fondamentali del trascorrere delle stagioni in relazione ad eventi astronomici.
        Termine dell'introduzione :Pier Luigi Mariotti                                             
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