lunedì 21 febbraio 2011

Tutti i numeri del Disco di Festos (2a parte :Conclusione)

Relazione dell'Autore sul saggio IL DISCO DI FESTOS PRIMO CALENDARIO EGEO, edito da MEF -Firenze, effettuata in occasione della presentazione  nella Sala Consiliare del Comune di Follonica nell'autunno del 2008 .(conclusione :2a parte)
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Il disco ,in argilla, di 16 cm. di diametro e dello spessore di 2 cm. nella parte centrale, risulta ben curato senza evidenti segni di usura dopo molti anni sepolto nella terra..
  Vi sono raffigurati  45 glifi + un  tratto ( segno aggiunto) praticati mediante punzonatura dell'argilla per un totale di 242 segni praticati  in entrambi i lati e in  sequenza  “logica” :
-scritto –cancellato e riscritto: come per eseguire una copia o trascrivere in conseguenza di un ricordo di qualcuno ma con  precise posizioni da rispettare.
     La mia personale  idea è  che l’amanuense abbia copiato male l’originale o scritto male sotto dettatura del committente:  per questo motivo si rilevano numerose modifiche sull'argilla.
      Una volta percepito il messaggio calendariale è stato necessario contestualizzare il disco nell’area dove è stato trovato esaminando i rapporti tra le popolazioni cretesi  e quelle limitrofe per avere chiaro il rapporto di scambi culturali oltre che di popolazioni, merci ecc.
      E’ stato necessario altresì attestare che esperienze cretesi ed egizie si sono intrecciate –anche se ciò è ormai noto a tutti gli studiosi.
       Infine si è reso necessario considerare che già a quei tempi era in atto  una globalizzazione dell’informazione  per capire che alcuni concetti fondamentali  per la sopravvivenza erano comuni a tutti i popoli del mediterraneo ed  anche oltre quel  mare . Quel piccolo manufatto racchiude immense notizie del mondo allora conosciuto.
       Per questo ho usato il metodo del confronto
Impropriamente  dobbiamo dire che  è una scrittura unica (interpretazione letterale impossibile) ma lasciare il disco nell'oblio per l'impossibilità di giungere ad una conclusione non mi pareva una soluzione ottimale. Non è stato giusto far trascorrere 100 anni  senza avanzare una minima ipotesi sul  suo significato. 
Esiste differenza tra come sono stati  impressi  i punzoni e come invece sono rappresentate le figure:
   -i segni della spirale sono stati impressi dalla periferia al centro ed anche le figure sono state impresse in tale modo,   ma le figure risultano tutte <span>rappresentate</span> con movimento centrifugo.Sul tema della sua "lettura" già notiamo discordanze clamorose. Il Godart e il Della Seta optano con giustificati motivi per lettura  centripeta.
            Personalmente sono convinto di un verso di lettura preciso e cioè  dal centro alla periferia ovvero "lettura centrifuga". Anche  lo scopritore, il Pernier unitamente ad altri opta per il senso centrifugo della lettura: le figure rappresentate "marciano" in quel senso.
            Inoltre c'è un marcatore , il TRATTO, che è stato posto sotto le figure segnalando un coerente senso di lettura (fare riferimento alla Tabella  Base  Tab 2  , a pagina 26 del Saggio) in quanto il marcatore è posto sempre all'inizio del "record"   ovvero posizionato sempre nella 1° sequenza di ciascun settore permettendo di ottenere una condizione visiva  compiuta dell'insieme dei glifi..
   
Quanto detto si è potuto constatare solo grazie alla mia ricerca e quindi alla formazione della tabella base PLM –pag.24 tramite la quale si ottiene la possibilità di controllare il marcatore. 
Occorre  notare che il MARCATORE o TRATTO non è un elemento decorativo!
    Esso è  un segno  importante nella scrittura cuneiforme e serve per capire e dare un senso al tipo di scrittura (questa non è la sede per  questo tipo di dissertazione) ma preme evidenziare che mentre il GODART opta per un tipo di scrittura SILLABICA il sottoscritto ritiene di trovarsi di fronte ad un tipo di scrittura(se di scrittura si tratta) ALFABETICA in quanto la presenza dei marcatori caratterizzano una versione  di scrittura cuneiforme dell’antico persiano. In essa si trovavano marcatori ogni dieci segni circa ed i segni sono 42 :tutto questo non accade nella scrittura sillabica.
Cio’ lo possiamo acquisire dal lavoro  di Arboreo Mella nell’opera“ Dai Sumeri a Babele” riportante uno studio del TICSEN    (pag 279).
 Prima di affrontare il significato dei glifi è interessante considerare che il disco è scritto su due lati e che in entrambi  alcuni glifi sono posizionati  in una maniera tale da costituire una corona. Le corone non hanno mai avuto molto spazio nelle interpretazioni succedutesi nel tempo. 
   Le denominazioni  dei glifi effettuate dal Godart sono state accettate e rispettate anche se ho tenuto sempre a mente il concetto di globalizzazione del commercio e dei popoli .
            Inoltre in questo saggio  trova giustificazione l’ idea del calendario inteso come controllo del tempo  legato ad un mondo agricolo fondamentale per la sopravvivenza.
Il mondo agricolo di allora è ben attestato in tutta l'area mediterranea. Anche in Egitto si ritrovano manufatti agricoli. Negli scavi effettuati dal PETRIE nella città di Kaun ritroviamo arnesi propri di un mondo agricolo testimoniati dalle foto dellla David Rosalie -egittologa e scrittrice- in Mancester.  molto simili ai simboli impressi sul Disco di Festos.
           Forse l'uomo cretese  ha voluto immortalare le sue esperienze traducendo in simboli i propri ricordi. Forse ha voluto immortalare i periodi di semina ,di raccolta di quegli elementi fondamentali per la sua alimentazione. 
            Anche per questo motivo il mio interesse sul disco si è concentrato sul suo significato calendariale.
A causa di ciò ho ritenuto fondamentale procedere al confronto di medesimi concetti in popolazioni più disparate. 
NEL -5° centenario scoperta dell’america 1492-1992_su decisione dell’’Ambasciata del Mexico in Italia e’ stato pubblicato uno studio su “CALENDARI E RITUALI PRECOLOMBIANI”  
L’opera tratta dal CODICE COSPI  -manoscritto compilato a memoria nel 1400 dalle popolazioni del messico a cultura atzeca-mixteca e ora conservato alla Biblioteca universitaria di Bologna sin dal 1600. Il Codice Cospi è un calendario rituale delle popolazioni pre-colombiane
Tale opera mi ha confortato   a supportare l’idea che il disco di Festos non fosse altro che un calendario: il primo calendario di area egea che si conosca. 
La storia dei Calendari ci porterebbe molto lontano. Essi prendono come base il moto degli astri: sole-luna-venere-costellazioni varie (è interessante constatare come esista un correlazione stretta tra la necessità di regolamentare il flusso del tempo e l’indagine del cielo) 
Era essenziale  determinare le date dei solstizi e degli equinozi.
Esistevano calendari rituali ( di  260 giorni) e calendari  solari (di 365 giorni) ritenuti  più perfetti per far conciliare l’anno tropico (tempo impiegato tra due passaggi consecutivi  ad uno stesso equinozio) con quello civile;
Inoltre importanti erano i calendari lunari con 12 lunazioni in un anno  come quello maomettano. Calendari ebraici  (dal 360 d.c.) anni comuni di 12 lunazioni e anni particolari di 13 lunazioni composte di 29 e 30 giorni.
In Egitto  avevamo il giorno diviso in 24 ore : l’anno di 12 mesi  con mesi di 30 gg. Ai quali si aggiungevano 5  gg per avere la durata di 365 gg.
      L'’inizio dell’anno  egizio era legato con la levata eliaca di Sirio che coincideva con l’inondazione del Nilo ,ricchezza per l'Egitto..
La coincidenza tra l’anno tropico e quello civile avveniva ogni 1460 anni. 
Nella mesoamerica abbiamo riferimenti calendaristici legati al moto degli astri. 
Il codice Mendoza  comprende un calendario della durata di 51 anni  ma generalmente i CALENDARI MAYA avevano una durata di 52 anni con cicli di 13  anni per quattro minicicli o simboli .
Anche il codice Cospi   è un calendario : mesoamericano ! 
Per le prime societa’ umane è vitale la conoscenza  dei solstizi e degli equinozi in quanto legate al ciclo produttivo della terra. Quindi calendari legati a questo o quel pianeta e alle sue evoluzioni nel firmamento.  
Nel DISCO DI FESTOS nessuno aveva passato il confine della semplice rilevazione di alcuni dati numerici, nessuno aveva dedotto nulla. 
I lati A e B del disco sono riferibile a dato numerico 1 e 2 (semplice ma occorreva attestarlo).
 Le corone sono 2  e sono formate da 12 segmenti o SETTORI (arco temporale di due anni ??)
Ciascuna corona è formata da 48 glifi nell’una e 49 nell’altra (semplice ma occorreva attestarlo). 
Le DUE spirali formate da 19 SETTORI l’una e 18 l’altra  rispettivamente con 75 glifi la prima e 70 l’altra.
Totale dei settori lato A =31
Totale settori lato B =30 
Totale dei glifi lato A  123 lato B 119  totale 242. 
Totale dei punzoni 46. 
Numero delle sequenze per settore =   max 7 
Quanto affermato proviene dalla semplice osservazione del disco e niente più 
La tecnica del confronto però aiuta a districare la complessa matassa dei numeri e
già abbiamo notato segni di operatori matematici  simili sia nella civiltà cretese  che in quella mesoamericana : la medesima idea viene raggiunta in tempi diversi.
      Anche nel Disco di Festos notiamo la presenza di :
-31 settori del lato “A”  -giorni dei mesi dispari
-30  del lato “B”              giorni dei mesi pari
-7 sequenze per settore  ovvero 7 gg.della settimana
-12 settori corona lato A e B = 12 mesi l’anno. 
IL calendario lunare  MESOPOTAMICO  era composto da 12 mesi di 29/30 gg. 
30-12=18 i settori del lato B spirale ovvero il giorno della luna nuova
Ma 18 sono anche  gli anni in cui si ripetono le eclissi  ma in posizioni leggermente diverse (detto anche ciclo di Saros di anni 18,031)mentre ogni tre cicli di SAROS ovvero ogni 54 anni l’eclissi si potrà vedere nella stessa posizione.
Inoltre occorre notare che:
31-12 = 19 i settori del lato A spirale ovvero gli anni  delle eclissi (periodo in cui il sole torna allo stesso nodo lunare (intersezioni dell’orbita lunare  con  il piano della eclittica)
 La rilevazione degli anni delle  eclissi ovvero  il ritorno del sole allo stesso nodo lunare è dato dalla somma : 242+ 123 -18 =347
242 + 123 =365 anno solare.
 Ecco il motivo della mia dichiarazione: IL DISCO DI FESTOS -PRIMO CALENDARIO EGEO-UNA PROPOSTA,
Ecco il motivo del mio invito:leggere il saggio per approfondire e per  confrontarsi con l'Autore.
     fine:pier luigi mariotti


Tutti i numeri del Disco di Festos (1a parte : introduzione)

        "  IL DISCO DI FESTOS - Primo Calendario Egeo - Una proposta -" di Pier Luigi Mariotti
 
        Relazione  dell'Autore sul saggio, edito da MEF -Firenze, tenuta in occasione della presentazione  nella Sala Consiliare del Comune di Follonica nell'autunno del 2008 .


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                                                               (introduzione  : 1° parte)


Oggi , anno 2008, è il 1° centenario della scoperta, da parte di una spedizione italiana, del Disco di Festos in Creta  e per sottolineare l'importanza del ritrovamento colgo l'occasione per presentare un mio  breve scritto con il quale credo di contribuire in modo estremamente significativo ad una logica e coerente  interpretazione dei segni o glifi presenti sul Disco.

    E' ormai  attestato, anche in seguito agli studi effettuati dal Pernier,Della Seta e del Godart che il manufatto ritrovato  non è un falso ed è chiaro altresì che la sua esistenza non e’ dovuta ad un accidente storico irrazionale.
   E' logico affermare che  "SE qualcosa  ESISTE E’ PERCHE  ESISTE UN MOTIVO CHE GIUSTIFICA LA SUA   ESISTENZA  "
Convinto  di una presenza non casuale, del manufatto, in questo tempo e spazio, era  necessario verificare  i diversi MOTIVI di questa esistenza .

L'approccio al Disco   è avvenuto grazie  al mix di interessi  del sottoscritto ovvero  grazie ad un background culturale  abbastanza selettivo  anche se non approfondito più di tanto  ( interessi che spaziano dalla archeologia ,alla astronomia alla storia alla matematica, ma non necessariamente in modo specialistico ).

Proprio per  questo insieme di  interessi  personali, sono  convinto  di aver  OFFERTO con la pubblicazione del saggio, una chiave  UNICA di interpretazione  originale :convinzione sviluppata dal confronto di esperienze  comuni a  popoli più disparati che sono transitati su questo Pianeta..


Aver rilevato una  elevata presenza di numeri è il momento cruciale della attività di ricerca e  mi   induce a credere che il messaggio sia potenzialmente più ricco di una particolare interpretazione letterale. 

Sappiamo tutti che i simboli sono una forma di linguaggio. Tale simboli sono utilizzati in maniera diversa ed esprimono linguaggi più diversificati come ad esempio  il linguaggio ALGOL – BASIC- COBOL –FORTRAN PASCAL  
       NON SONO linguaggi di popolazioni  amerinde,asiatiche  o di altro luogo ma semplicemente linguaggi di programmazione per comunicazioni uomo-macchina-uomo.

I simboli presenti nel Disco di Festos possono essere paragonati  quindi  anche ad  una forma di linguaggio cosiddetto macchina.
       EBBENE : concetti del tipo  stringhe  logiche correlate ai comandi di un   linguaggio macchina,  mi hanno permesso di costruire  pensieri  idonei alla comprensione  del disco e quindi  di scoprire  l’aspetto importante e immediato  dei numeri presenti nel disco tralasciando in subordine l’aspetto letterale tanto che  dal 1908 ad oggi  non  è stato dato ancora dato un senso letterale compiuto  alla sequenza dei glifi impressi nel disco, per cause più diverse.          

  L’impossibilità di capire il significato  letterale è ormai attestata dal Godart ,Della Seta, e dallo stesso  scopritore l.Pernier.

      E' interessante notare che  Il Godart realizza il fatto che sono  complessivamente  242 segni impressi , di questi 46 segni sono  di base ovvero si ripetono , ma è una percezione che si perde immediatamente nella ricerca di un significato letterale. Il lavoro del Godart  rimane comunque un eccezionale lavoro di CENSIMENTO dei glifi presenti sul manufatto.
Agli scettici dico che con il  LIBER ABACI   del matematico FIBONACCI nel 1200 sono introdotti in Europa i numeri indiani (arabi o fenici) già in uso tra quelle popolazioni da tempi indefiniti mentre nella progredita Europa romanica e post-romanica  si usava l'abaco,numeri romani ecc ed i numeri arabi non erano conosciuti.Non è escluso che popolazioni di altre parti del mondo o di altri tempi usassero metodi di conteggio ben diversi !

·         Ma sono proprio quei due numeri sopra citati ovvero il 242 e il 46 che attirano l’attenzione del sottoscritto che mi consentiranno per un verso alla elaborazione del saggio che quest'oggi siamo qui ad esaminare ,mentre per un altro verso mi immetteranno in un contesto numerico talmente amplificato da costringermi a tenere separati le due ramificazioni.
E' il secondo contesto numerico che risulterà il più interessante proprio per l'elevata quantità di numeri primi presenti nel Disco e già annunciati, come in un biglietto da visita, nei due numeri citati :
- il 242 : 2 (i glifi si trovano sia sul lato A che sul lato B del manufatto) = 121 la cui radice quadrata è 11 ovvero un numero primo;
- dal numero 46 :2 abbiamo direttamente un numero primo che è il 23

La casualità non è una giusta spiegazione !
              
L’aspetto numerale/matematico ha provocato la vera attenzione al Disco

 Una serie di analisi numeriche  ha portato alla conclusione di affermare che siamo in presenza di dati calendariali: un calendario inteso come registro di  eventi planetari che si susseguono giorno per giorno.

·         La creazione  di una particolare tabella base  di suddivisione di tutti i segni presenti  non è stata immediata  e neppure semplice ma è stata determinante per giungere al risultato.
·          è proprio grazie alle conoscenze minime di linguaggio macchina che è nata l’idea di suddividere i glifi quanti sono i settori  e suddividere ciascuna stringa o settori   in sequenze    per il  numero massimo di sette in quanto sette (notare ancora la presenza di un numero primo) sono i segni   che possono formare quella STRINGA :una cosa semplice ma la sua “gestione” “assimilazione” si è protratta nel tempo.
 
E che l’aspetto matematico  non era ancora  stato rilevato - almeno nel 1995 - lo apprendiamo dal Godart in un articolo pubblicato in quel periodo sul Sole 24 ore intitolato "SCRITTA  MANENT"  nel quale specificava la impossibilità di procedere ad una interpretazione letterale. Con qualche anno di ritardo  mi sono permesso di rispondere inviando nel 2000 (ovvero dopo la registrazione SIAE del manoscritto) la mia idea calendariale/numerale.

Dalla tabella,  alla constatazione della notevole mole di numeri il passo è stato breve ma successivamente  c’è stato il blocco  : perchè tutti quei numeri ?  per quale motivo sono stati posti in quel modo ?  che cosa significavano realmente?

Solo più tardi  è stata focalizzata  l’attinenza ai calendari ma c’era sempre il problema di superare quella che poteva essere solo  una propria opinione personale  dovuta alla sola fantasia di una idea  e non suffragata da  ancoraggi reali ,da prove galileiane.

Solo l'incontro con una pubblicazione eseguita per celebrare il 5° anniversario della scoperta dell'America ,mi ha permesso di capire che la strada da me seguita  era quella giusta, ed ecco allora prender forma e giustificazione ogni singolo numero rilevato sul disco.

          In occasione delle celebrazioni del 5° anniversario della scoperta dell'America, è stato pubblicato a cura dell'Ambasciata del Messico in Italia, nel 1992, uno studio approfondito sui calendari mesoamericani  ed in particolare uno studio sul Codice Cospi di provenienza Atzeca-Mixteca.

Ecco allora la necessità di uno studio più approfondito  del contesto storico per il confronto di esperienze dei popoli  europei e americani; ecco allora risalire a concetti di globalizzazione di esperienze  e scoperte comuni già presenti nel  neolitico o dell’età del bronzo per ciascun popolo (come in  un percorso obbligatorio per tutta l’umanita’)

Esperienze comuni  come la calendarizzazione del fluire maestoso del tempo e DI EVENTI ASTRONOMICI che altrimenti tutto travolge in un indistinto divenire.

Ecco quindi la necessita di pubblicare questo lavoro per  rendere manifesta  l’idea.

E' fondamentale capire che tutti i dati  numerici descritti sono impressi sul Disco di Festos : non ho inventato nulla mi sono solo limitato ad esercitare l'azione di "couting"
Ciascuno è libero di controllarli : i dati sono immodificabile e non sono  personali.

La mia opera afferma che il Disco di Festos è il primo calendario egeo noto,  ideato non solo per controllare il flusso del tempo  in  brevi  periodi ma soprattutto  per la necessità di eseguire una ampia  suddivisione dello stesso tempo e per memorizzare periodi fondamentali del trascorrere delle stagioni in relazione ad eventi astronomici.
        Termine dell'introduzione :Pier Luigi Mariotti                                             
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